"If I think about the future of cinema as art, I shiver" (Y. Ozu, 1959)
"If I think about the future of cinema as art, I shiver" (Y. Ozu, 1959)
L’immagine sgranata video di un nugolo di maschi stupratori, la notte corrusca di una rivoluzione già in crisi, gruppi che si fronteggiano, che si muovono sbavati e sbavanti, nuclei di violenza insana, vitrea, l’estremo tentativo di salvare delle ragazze scese in piazza (Tahrir) per la libertà e prese d’assalto, un uomo avanza con un lanciafiamme cercando di disperdere gli assatanati. Samaher Alqadi, palestinese al Cairo, scende in strada e interpella quei maschi, li provoca, non è lei, è la caméra a stabilire il campo di forza che innerva conflitto dentro il conflitto. La sovrapposizione tra la battaglia presente, il dialogo interiore e l’eterna lotta palestinese. Tahrir, Ramallah. Gravidanza, militanza. Conversazione immaginaria: la madre, la Palestina. As I want è un film che vive dei propri squilibri, dei propri alti e bassi, delle proprie inquietudini ma che riesce a delineare una linea di resistenza inusuale, unica.