"If I think about the future of cinema as art, I shiver" (Y. Ozu, 1959)

Eliane Raheb

Wednesday, 25 August 2021 15:57

Miguel’s War

Famiglia mista, libanese e siriana. Il conflitto estremo per l’identità nazionale diventa un conflitto a tutti i livelli, un uomo gay in guerra con la propria famiglia e militare durante la guerra civile. Poi la fuga verso Madrid in piena rottura post-franchista e subito Miguel si unisce a Pepi Luci Bom e le altre ragazze del mucchio. Molto dopo, il ritorno in Libano. Grazie a Eliane Rehab, dotata di uno sguardo duro, per nulla incline a patetismi di sorta, che ricostruisce una storia personale dolente e assediata da fantasmi e non detti secondo un metodo puramente compositivo, di montaggio. Il narcisismo di Miguel nel vedersi finalmente ritratto viene disinnescato dal controllo ossessivo della regista per i diversi piani in gioco: l’archivio di famiglia, i ricordi veri e quelli segreti, la città allora e la città riattraversata oggi, la rimessa in scena fasulla su un finto teatro dei traumi più profondi, l’uso spregiudicato della parola nel racconto sessuale, le interviste, l’animazione, la pura rievocazione. Miguel eccede per difendersi dall’eccesso della storia. L’occhio di Eliane Rehab però non permette l’ennesima orgia (come forse Miguel vorrebbe), ma impone la dissezione offrendo un’occasione di catarsi non del tutto colta dal protagonista.

 

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