"If I think about the future of cinema as art, I shiver" (Y. Ozu, 1959)
"If I think about the future of cinema as art, I shiver" (Y. Ozu, 1959)
Lento e avvolgente ritorno a casa notturno. Flash-back dal film precedente. L’avvicinamento dilata il racconto, spirale dopo spirale. La storia personale entra fluida, poetica nell’ingranaggio freddo di una Nazione che ormai è un corpo martoriato. Ferite. Bisogna scavare più a fondo. Si può ancora dire noi? E il documentario è un livello accettabile di immaginazione della realtà? Alice Diop è già a un livello superiore. L’inizio e la fine, misteriosi, l’alba di una caccia nei boschi, renoiriana eco. La Règle du jeu parlava già di un paese che faticava a riconoscersi. Soprende la consapevolezza, la dura saggezza di questo grande film. La RER B che taglia Parigi da Nord a Sud non è altro che ulteriore lacerazione. Non unisce, va e riporta a casa, divide tutti. Ma anche questo viene detto con l’attenzione giusta, l’apprensione giusta, la tensione giusta. Alle divisioni che si autoalimentano, la risposta di uno sguardo che invita con accortezza a misurare il nostro imbarazzo. A guardar bene. C’è sempre uno sprazzo di umanità che si ostina a resistere.